Dal nostro Inviato Luca Rivelli – Foto Fotografica Sestriere


Avventura e Adrenalina: La HAT da Pavia a Sanremo
La HAT (Hard Alpi Tour) è un evento che ogni motociclista appassionato di fuoristrada sogna di vivere. Quest’anno, ho avuto l’onore di partecipare come inviato per la rivista “Fuoristrada e Motocross d’Epoca”, a questa straordinaria prova di endurance che parte dalla storica città di Pavia e culmina nel suggestivo scenario di Sanremo tutta in offroad. Un viaggio che non è solo una sfida, ma un vero e proprio inno alla libertà su due ruote, un epicentro di avventura e comunità, di amatori e professionisti, infatti in poche altre manifestazioni si possono incontrare piloti che hanno partecipato a numerose Dakar ( Cesare Zacchetti, Francesco Catanese, Maurizio Gerini) a fianco di appassionati che sono pronti a cimentarsi in questa prova fisica e tecnica per mettersi in gioco.
Un Sabato Mattina inizia l’Avventura
Il sabato mattina è stato un momento di grande attesa e preparazione. Dopo il check-in, che ha visto l’entusiasmo palpabile di centinaia di motociclisti pronti a partire, ci siamo messi in moto in direzione di Sanremo. Pavia, con le sue strade storiche, è stata il punto di partenza perfetto per un’avventura che si sarebbe snodata attraverso paesaggi incantevoli.


La partenza all’alba conferiva al tutto un’atmosfera magica: i primi raggi del sole illuminavano i volti dei partecipanti, e il rumore dei motori che ruggivano era una sinfonia di entusiasmo e adrenalina. La pressione e la suspense si mescolavano allo spirito di avventura mentre lasciavamo Pavia alle spalle, attraversando il suo splendido ponte “vecchio” diritti verso l’ignoto.


Il Percorso Intraurbano e la Strada del Fuoristrada
Il percorso ha iniziato a snodarsi tra le pianure dell’Oltre Po lombardo ed attraverso le magnifiche colline e le valli del Piemonte. Ogni chilometro ci ha regalato panorami stupendi, dalle dolci colline ricoperte di vigne fino ai boschi verdi. È stato emozionante vedere come i partecipanti gestissero i vari tratti del percorso: chi con bravura nel superare ostacoli naturali, chi con strategia, decidendo i momenti giusti per accelerare e rallentare.


Mentre ci avvicinavamo alla nostra prima tappa a Cairo Montenotte (SV), le difficoltà del terreno iniziavano a farsi sentire, con strade sterrate e tratti fangosi che mettevano alla prova i piloti e le loro moto, io personalmente a bordo della mia mastodontica BMW R1250 GS nel fango me la sono vista brutta, per il resto ho potuto gestire la moto quasi come chi utilizzava moto specialistiche. Questa fase del tragitto ha reso chiaro che l’HAT non è solo una prova di resistenza, ma anche di abilità tecnica. Le sfide erano continue, ma ciò che univa tutti era l’amore per il motociclismo.

Un Rientro alla Realtà
Dopo una lunga giornata di guida, siamo finalmente arrivati a Cairo Montenotte, dove abbiamo trovato una calorosa accoglienza. Questo pittoresco paesino è diventato il nostro rifugio per la notte, un luogo dove rifocillarsi e condividere esperienze. Tra una risata e l’altra, gli animi già esauriti si ricaricavano grazie alla compagnia e al buon cibo locale.
La cena è stata un momento di socializzazione, in cui i motociclisti potevano raccontarsi le proprie avventure del giorno. L’atmosfera era festosa e coinvolgente; molti piloti si scambiavano consigli sulla gestione delle moto e delle varie tecniche per affrontare le sfide in arrivo. La notte è scivolata via in pochi attimi, giusto il tempo di riposare braccia e gambe da 10 ore di sella, un perfetto preludio alla seconda giornata.
Ripartenza da Cairo Montenotte a Sanremo
Domenica mattina, dopo una colazione sostanziosa per ricaricare le energie, abbiamo ripreso il nostro viaggio. L’atmosfera era nuovamente elettrizzante, carica di aspettative per la tappa conclusiva verso Sanremo. A cavallo dei nostri mezzi ci dirigevamo verso la costa ligure, il paesaggio iniziava a cambiare: le colline verdi si alternavano a panorami mozzafiato che si affacciavano sul mare. La Liguria offre strade meravigliose per l’enduro, guadi, pietraie, sentieri e boschi, tutti percorsi perfetti per questo sport, ma che necessitano della giusta attenzione, sia per la salvaguardia della natura che per le insidie che il terreno può riservare.

Una delle soste più memorabili è stata a Zuccarello, un piccolo e affascinante borgo che si è rivelato un ottimo punto di ristoro. Qui abbiamo potuto godere di una pausa rinfrescante, sorseggiando bevande fresche e assaporando specialità locali. In questo momento di relax, ho potuto intervistare alcuni protagonisti della HAT, dai fondatori ai piloti professionisti che ho avuto modo di incontrare durante tutto l’evento e “navigare” con loro ascoltando anche le esperienze che ci venivano raccontate.
E’ opportuno menzionare la cura dell’organizzazione ad ogni piccolo dettaglio, perfino l’igienizzazione dei mezzi, tramite lancia con disinfettante, alla fine di ogni tratto interessato dalla Peste Suina e previo il rilascio delle autorizzazione necessarie allo svolgimento della manifestazione che oltrepassava la zona rossa del contagio.
Un Trionfo di Emozioni e Adrenalina
Dopo la sosta a Zuccarello, abbiamo intrapreso gli ultimi chilometri verso Sanremo. L’energia era palpabile man mano che ci avvicinavamo al traguardo, con il mare blu che si intravedeva all’orizzonte. Gli ultimi tratti del percorso sono stati un vero trionfo di adrenalina: salite e discese importanti con pietre smosse, fango, tratti di sottobosco con arbusti di traverso, rappresentavano il culmine della nostra avventura.


Arrivare a Sanremo non è stato solo un traguardo fisico, ma un momento di grande emozione. La città, famosa in tutto il mondo per il suo festival della canzone, ha accolto i motociclisti con le sue strade panoramiche e il profumo del mare. All’arrivo ogni singolo partecipante che ha concluso l’intero percorso della traccia fornita dall’organizzazione, ha ricevuto un attestato di partecipazione con il bollino 100% concluso, sarebbe stato difficile barare visti i trackers in dotazione ad ogni equipaggio per monitorare il percorso eseguito e eventuali problematiche incontrate, insomma anche qui si è provveduto ad ogni dettaglio, con il personale preposto a monitorare ogni singolo partecipante.
La HAT nell’Anima dei Motociclisti
Partecipare all’HAT è stata un’esperienza che ha arricchito non solo il mio bagaglio di avventure, ma ha anche alimentato la mia passione per il motociclismo. È un evento che va oltre la semplice sfida con se stessi; rappresenta la sfida tra l’uomo e la natura, tra il coraggio e la paura, e tra la resistenza e le proprie capacità.

Concludo con la certezza che ogni motociclista dovrebbe avventurarsi in una manifestazione di questo genere almeno una volta nella vita. La HAT regala emozioni indescrivibili e, soprattutto, insegna che il vero spirito dell’avventura è quello di non fermarsi davanti alle difficoltà. Non vedo l’ora di affrontare nuovamente questa sfida e di rivivere l’adrenalina di una prova che, senza dubbio, rimarrà impressa nel cuore di tutti noi.
Purtroppo, nonostante anche il nostro impegno per la promozione, non sono state tantissime le moto vintage al via ma alla fine la moto d’epoca premiata è risultata la Moto Guzzi Super Alce un pezzo davvero unico del 1951 ed inusuale vederla al via di un evento off road con Andrea Dal Vecchio.

Tutta la cronaca sul prssimo numero di Fuoristrada & Motocross d’Epoca Magazine.


Il prossimo appuntamento è per la classica San Remo Sestriere 6-8 settembre, ci vediamo al via con Diego Riva – Roberto Secco del Gruppo Vintage Moto Adventure Over 30yrs.
