1000 Sassi 2025: un weekend epico tra polvere, panorami e passione off-road
Si è conclusa anche l’attesissima 5ª edizione della 1000 Sassi, l’evento di moto adventuring che anche quest’anno ha saputo conquistare il cuore (e le gomme tassellate) di centinaia di appassionati da tutta Italia e dall’estero. Un fine settimana all’insegna dell’avventura, dell’orientamento e della scoperta, con base operativa a Orvieto, magnifico crocevia tra Umbria, Toscana e Lazio.
La nostra partenza


Tre giorni di moto, natura e spirito di squadra
Dal venerdì alla domenica, i partecipanti hanno affrontato percorsi a margherita di oltre 200 km al giorno, esplorando strade bianche, sentieri e tratti tecnici immersi in paesaggi mozzafiato. Le tappe si sono sviluppate lungo tracciati selezionati con cura dall’organizzazione, capaci di coniugare divertimento alla guida, sicurezza e valorizzazione del territorio.


Ogni giornata è iniziata con un briefing nella piazza centrale di Orvieto, trasformata per l’occasione in una “cittadella del motoviaggiatore”, con assistenza tecnica, area ristoro, espositori e punti informativi.


Navigazione: il cuore dell’esperienza
Anche quest’anno la 1000 Sassi ha mantenuto il suo DNA da rally non competitivo: nessun cronometro, ma tanta passione per l’orientamento con traccia gpx. Molti i partecipanti che hanno voluto mettersi alla prova sfidando sé stessi e il terreno, spesso reso insidioso dalla pioggia caduta nella notte tra sabato e domenica, che ha aggiunto ulteriore pepe ai tratti più tecnici.



L’edizione 2k25 sarà ricordata anche per i bellisimi guadi resi insidiosi dalle piogge.








Un successo di partecipazione e atmosfera
Record di iscritti, 450 suddivisi in 260 per la categoria Explorer (tre giorni) 135 per la Smart (due giorni) e 55 per la One Day (solo domenica).
Partecipanti provenienti da diversi paesi Europei ma anche mondiale con una rappresentanza giapponese di ben 14 Piloti.



Maxi enduro, scrambler, medie cilindrate: tutti uniti da una sola filosofia, quella dell’adventuring puro.


E non potevano mancare le regine della manifestazione le moto d’epoca e vintage davvero un bel gruppo, sempre in aumento il numero di piloti iscritti in questa categoria, di questo ci ” autologiamo” per il lavoro di comunicazione svolto prima e dopo ogni edizione.


Durante la manifestazioni sono state assegnate le targhe a premiare le moto più rappresentative delle categorie: Rally – Vintage (oltre 20 anni) Storiche (oltre 30 anni).
Ecco i premiati :
– Storiche (oltre 30 anni) – Yamaha XT550 di Matrisciano Claudio- Rally
– Vintage (oltre 20 anni) – Cagiva W8 125 di De Biase Simone





Orvieto protagonista
La città di Orvieto si è rivelata una location ideale, offrendo non solo bellezza storica e logistica impeccabile, ma anche una calorosa accoglienza da parte della comunità locale. Le strutture ricettive hanno fatto il pieno, e molti residenti si sono fermati a curiosare tra moto e mezzi assistenza, contribuendo all’atmosfera da grande evento.


Tre giri ad anello con campo base ad Orvieto, nella centralissima Piazza del Popolo, con l’esclusività della partenza della tappa della domenica dalla prestigiosa Piazza del Duomo, per un totale di quasi 700 Km.


La tappa del venerdì, totalmente in Umbria, caratterizzata da in verde delle colline e incantevoli sottoboschi, puntava verso l’incantevole Todi.
La traccia del sabato ha esteso il raggio anche in Toscana, oltre che in Umbria e Lazio, percorrendo le pendici del monte Amiata, e con la sorpresa verso fine tappa della vista sul lago di Bolsena.


Per l’ultima tappa domenicale ha permesso ai partecipanti di immergersi nella riserva di Monte Rufeno con incredibili panorami che si sono alternati in un continuo saliscendi, lungo parecchi chilometri.

Il ristoro sulla riva del lago di Bolsena è stato il preludio per percorrerne poi una lunga tratta lungo la costa per poi rientrare all’interno verso l’arrivo ad Orvieto, non prima di una sosta al borgo di Civita di Bagnoregio.


Sotto l’arco d’arrivo ad attendere i piloti la medaglia dell’evento personalizzata e l’attestato di partecipazione all’EICMA Adventure Series.





L’appuntamento è già fissato per il 2026. Ma intanto, chi c’era, se lo ricorderà a lungo: tre giorni, mille emozioni e… un milione di sassi sotto le ruote.










La nostra 1000 Sassi 2k25












Testo : L.Cappellini
Foto: Fotografica Sestriere ( Partner del nostro progetto con Fondazione Heal)


Anteprima dell’articolo che troverete a Giugno in ediciola su Fuoristrada d’Epoca Magazine con anche le opinioni ed i commenti di Silvia Giannetti Dakar.

Silvia Giannetti alla 1000 sassi si racconta : posso dire di essere nata motociclisticamente da una intuizione di Fabrizio Meoni, che infiammò definitivamente quella passione che già covava e forse non sapevo neanche io quanto.
Il mio palmares sportivo è iniziato con un 19esimo posto assoluto alla mia prima gara internazionale, il Rally diTunisia e continuato vincendo la categoria femminile di 8 gare del Mondiale Rally (Marocco, Faraoni, Abu Dhabi etc.)culminate con il secondo gradino del podio mondiale nel 2006 per giungere infine a due Dakar in Sud-America,portando a casa un secondo e un terzo posto sempre nella categoria femminile e così oggi mi ritrovo ad essere l’unica motociclista italiana ad avere guadagnato il traguardo di due Dakar.
L’altra faccia della mia passione per le due ruote l’ho declinata sempre col cuore ma fuori dalle gare: da 7 annilavoro ad un mio progetto per aiutare migliaia di bambini delle comunità indigene della Foresta Amazzonica Peruviana con i fondi che raccolgo agli eventi e da tutti gli appassionati che non hanno cuore solo per la moto.
Ormai sono ospite fisso della 1000 Sassi e anche quest’anno non ho mancato l’appuntamento e, dopo lo scorso anno alla guida della nuova Honda Transalp, sono ritornata alla sorella maggiore Africa Twin 1100, a me particolarmente simpatica, visto che ne ho una simile nel box.
Il mio primo giorno alla 1000 Sassi l’ho passato da angelo custode alla simpatica Monica, una determinatissima principiante che ha accolto l’invito dell’organizzazione dedicato alle donne che volessero viaggiare con qualcuno più esperto e così siamo passati dai 25 gradi di Orvieto ai 9 dei 1800 metri del monte Amiata, con percorsi tutto sommato accessibili, compreso un guado non proprio simpatico per una principiante, ma la determinazione di Monica ha fatto il resto anche sulla parte rimanente del percorso che si snodava sui soliti bellissimi paesaggi, da sempre marchio di garanzia di quest’evento.
Il secondo giorno la mia simpatica compagna mi ha abbandonato a causa della riparazione di problemi tecnici avuti alla fine del giorno precedente, così mi sono accodata a “soggetti” già conosciuti coi quale ho condiviso qualcheDakar e, direi, ben meno principianti di Monica…
E così, mentre il ritmo è cambiato notevolmente, la bellezza dei paesaggi regalati da questa splendida organizzazione sono restati una costante: percorsi certo meno impegnativi di un rally, ma la difficoltà non è data solo da solchi e pietre, la velocità fa la sua parte, ma che divertimento!
Il lago di Bolsena è stato il biglietto da visita del terzo giorno, tanti sterrati scorrevoli e sottoboschi, quello che ci vuole per restare sufficientemente concentrati sulla guida e nel contempo godere di questi posti che sono un vero splendore, tanto che più di una volta la sosta era dovuta per qualche minuto di bellezza a motore spento.
Troppo presto è arrivato l’arrivo con la, solita, luculliana accoglienza gastronomica e con la solita voglia di ritornare.




