


Con lo stesso spirito della nostra Parigi-Dakar nel 2020, di cui vi abbiamo già raccontato sulle pagine di Fuoristrada & Motocross d’Epoca, l’associazione Ténéré Spirit presieduta da Jean Louis Querel e da BRONDY Gérard e con il fondamentale aiuto del nostro inviato ed amico Ubaldo Fumanti vi raccontiamo la seconda parte del sogno portandoti questa volta sulle leggendarie piste della Dakar da Parigi a Tamanrasset.

Viaggio ancora una volta rigorosamente vintage, a parte qualche eccezione come staff con le nuove Tenere 700 accessoriate con alcuni componenti anche dei nostri sponsor/partners – Hp Corse, Prototype Team, SXI.

Raid con traccia GPX di oltre 4000 km riservato principalmente alle Yamaha Ténéré 600 XTZ monocilindriche tipo 34L, 55W, 1VJ o 3AJ da Parigi a Marsiglia attraversando la Francia, poi il Mediterraneo per sbarcare ad Algeri e proseguire tappa dopo tappa fino ai confini del Tadrart Rouge, alle porte del deserto del Tenere e fine tappa a Tamanrasset per concludere questo meraviglioso raid dopo 18 tracce con un tramonto sull’Assekrem.

Le tappe
lundi 9-gen PARIS-LYON HOTEL 500KM
Mardi 10-gen LYON-MARSEILLE 360KM
Mercredi 11-gen ALGER HOTEL
Jeudi 12-gen HASSI MESSAOUD BIVOUAC 870 KM
Vendredi 13-gen IN AMENAS BIVOUAC 740 KM
Samedi 14-gen ILLIZY – TASSET BIVOUAC 450 KM
Dimanche 15-gen TIN ABARO BIVOUAC 220KM
Lundi 16-gen TIKOUBAOUINE BIVOUAC 160 KM
Mardi 17-gen DJANET HOTEL 60 KM
Mercredi 18-gen Erg Admer BIVOUAC Matinée repose
Jeudi 19-gen Saline amadghor BIVOUAC 220 KM
vendredi 20-gen Mertoutak BIVOUAC 230 KM
samedi 21-gen TAMANRASSET HOTEL 130 Km piste / 190 route
dimanche 22-gen ASSEKREM BiVOUAC 80 km
lundi 23-gen TAMANRASSET HOTEL à Alger 80 km
Mardi 24-gen ALGER HOTEL
Mercredi 25-gen Ferry Embarquement 10.00
Il trasferimento al porto di Marsiglia è stata solo una lunga e piacevole passeggiata tra amici, partenza come consuetudine da Parigi nel tipico spirito Dakariano, poi le lunghe ore di navigazione sono state utili per mettere a punto gli ultimi dettagli propedeutici alla meticolosa preparazione della vera avventura e finalmente Algeri appare in lontananza.


Se fino ad ora tutto è andato bene, a parte il mare agitato, nulla è a confronto della tempesta scatenata allo sbarco e dal conseguente calvario burocratico amministrativo che solo grazie al nostro spirito guida, in tutti i sensi la guida locale Mus, che è venuto ad accoglierci e ad aiutarci ad orientarci nei meandri dell’amministrazione algerina, siamo riusciti, dopo più di 4 ore, a completare le pratiche doganali per uscire dal porto! Ma solo per il gruppo delle moto, le 4×4 altre due ore di attesa prima di trovare la via d’uscita dalla dogana.
Visti i ritardi era impossibile proseguire per la prima tappa da 300 km previsti nella giornata e così abbiamo deciso di dormire ad Algeri e solo grazie a Mus riusciamo di fatto a trovare un hotel non prima di aver lottato nel traffico con uno stile di guida in totale anarchia stradale!

Ma ehi, se tutto fosse stato scritto, non sarebbe un’avventura…
Domani sarà giorno… Ebbene no, sarà buio perché per recuperare il tempo perso la parenza è prevista all’alba alle 5:30 per darci la possibilità di percorrere i 300 km della tappa prevista inizialmente con la tratta di trasferimento da Algeri a ASSI MESSAOUD.


Ma prima di scoprire le prime grandi e maestose dune, abbiamo dovuto appunto percorrere altri 800 km di asfalto in interminabili rettilinei in “terra di nessuno”
Un’altra lunga tappa che partita all’alba per concludersi in notturna in una sorta di rodeo selvaggio dove tutti faticano a tenere il passo e ad arrivare al bivacco senza incidenti. Guidare di notte in Africa è davvero sconsigliato…


Nonostante la notte, abbiamo allestito un bellissimo bivacco su una duna con vista di In Amenas in lontananza mentre Mus e il suo team ci hanno preparato una buona cena. Stasera ci sarà anche un buon vino rosso per completare il fine tappa Cos’altro?


La fine della prima giornata ci ha fatto intravedere cosa ci aspetta nei giorni a venire con un concentrato di sabbia e rocce per raggiungere un sublime bivacco. Eravamo lontani dall’immaginare che fosse solo una goccia nell’oceano…perché, oggi, abbiamo percorso 200 km di piste sublimi in paesaggi sublimi. Quindi non tutto è stato facile perché il terreno è molto impegnativo, ma tutti hanno potuto provare il piacere e misurare l’impresa rappresentata dalle vere edizioni della Dakar di una volta con tappe da 3 a 4 volte più lunghe senza GPS.


Alcune tappe sono di quelle che non dimenticheremo per lungo tempo!
Ormai dopo giorni di viaggio la squadra è ormai ben rodata: sveglia alle 6:30, colazione alle 7:00, tende piegate e bagagli davanti ai 4×4 alle 7:30 e partenza del 1° gruppo alle 8:00.
Fa ancora fresco al mattino con 2 – 4° ma il freddo sarà presto dimenticato perché i primi 20 km sono molto tecnici. Dopo alcuni chilometri di sabbia molto soffice, entriamo in una gola rocciosa larga circa 100 m, disseminata di rocce ed erba di cammello attraverso la quale si snoda una pista composta da 2 profondi solchi di sabbia soffice. Le cascate si susseguono e impiegheremo quasi 1 ora per attraversare il passo.

Fortunatamente il seguito è più facile con belle piste sabbiose in un ambiente tipo savana prima di immettersi sulla strada asfaltata N55 per alcuni chilometri di meritato riposo nella guida impreziositi dalla mancanza di benzina.


Ma il prossimo villaggio non è lontano. Proprio all’incrocio della strada Djanet. Là c’è una piccola stazione dove facciamo il pieno alle moto e ai piloti. Niente come un buon pollo alla griglia e delle patatine fritte alle 10 per rianimare le truppe!!!
Ripartiamo sulla strada per Djanet per qualche chilometro prima di immergerci in uno dei paesaggi più belli verso: il Tassili N’Ajjer.
Un formidabile labirinto di nere rocce vulcaniche erette o adagiate in un oceano di sabbia bionda sotto un cielo azzurro del Ténéré. Una meraviglia !

Navighiamo intorno a questi giganti pietrificati, passiamo sotto giganti disseccati, partiamo per scalare dune languidamente addossate su imponenti scogliere… Insomma, viviamo una giornata di motociclismo che non saremo pronti a dimenticare.
Nonostante tutto, il terreno rimane impegnativo e guidare per 180 km su sabbia soffice e solchi zigzagando tra erba di cammello e rocce non è facile. Raggiungiamo quindi con gioia il bivacco nel primo pomeriggio. Un bivacco allestito in uno straordinario circo roccioso baciato dal sole.
Ne approfittiamo per prendere il sole a più di 20° e far riposare anima e corpo.


Questa meravigliosa giornata si conclude con una superba serata intorno al fuoco di legna per gustare un piatto tradizionale di pane cotto sotto la sabbia.
È ora di andare a letto con gli occhi pieni di stelle come il cielo.


Il viaggio prosegue ed il sogno diventa realtà…
Si ripercorrono i ricordi quando nel gennaio 2020, mentre stavamo terminando il primo grande viaggio del Ténéré French Team da Parigi a Dakar, già si preparava la nuova avventura con il progetto Djazaïre in Algeria. Oggi, dopo più di 3 anni di lavoro e perseveranza, siamo arrivati in Djanet e il sogno si è avverato.
Certo, non tutto è stato facile e l’avventura riguarda anche cadute, stanchezza o guasti. Questa volta toccherà a un nostro 4×4 di assistenza essere assistito. Ma stasera il veicolo è di nuovo in marcia grazie alla formidabile squadra di Mus.
Il pomeriggio a Djanet permette a uomini e macchine di recuperare la salute ma anche di godersi una città dai profumi d’Africa.
Siamo oramai a metà viaggio.
Questa mattina è di nuovo una pausa a Djanet e confesso di aver apprezzato il comfort di un letto comodo e di una buona doccia calda.

Perché questo pomeriggio attaccheremo la terza e ultima parte del nostro viaggio: Djanet-Tamanrasset. Un percorso di 700 km in 3 sotto tappe.
Ma prima di lasciare Djanet, abbiamo fatto la deviazione quasi obbligata verso il sito della “mucca che piange”. Un’incisione rupestre risalente a 3000 anni prima della nostra era in un sito maestoso ma che merita con 7 km di pista di sabbia morbidissima per raggiungerlo.
Il pomeriggio è già inoltrato quando ci rimettiamo in viaggio sotto un sole cocente e in paesaggi ancora altrettanto meravigliosi. Anche il lungo nastro nero di asfalto è carino in questa ambientazione!
Per concludere questa tappa di poco più di 150 km fino è stato previsto per noi un bivacco sul ciglio dell’Erg Admer. Un impressionante cordone di dune che invitano alla scalata ed ammirare il tramonto.


Stanotte, sentiremo la mancanza ed il caldo di una stanza d’albergo, il cielo è limpido e fa freddo ma una tenda di fronte al tramonto non ha prezzo come un buon pasto caldo e un fuoco a fare compagnia prima della lunga notte.
I giorni venire portano i partecipanti verso l’infinito…
Per quanto la sera fosse calda, la notte è stata gelida ai margini dell’Erg Admer ma svegliarsi con la la vista di un’alba magica rimette subito tutti con umore positivo
Dopo una veloce colazione, prendiamo la strada per Bordj el Haouas per fare rifornimento prima di affrontare la lunga traversata in fuoristrada per Tamanrasset importantissimo fare rifornimento anche alle taniche di scorta perché non vedremo più una stazione prima di 700 km!


Come sempre la sosta del nostro gruppo in un villaggio nel sud dell’Algeria è sempre una festa. L’accoglienza degli algerini è meravigliosa e non contiamo più i selfie fatti con la gente del posto e con i giovani o meno giovani che girano orgogliosi sulle nostre moto. L’opportunità di condividere un momento piacevole con gli algerini davanti a un tè o un caffè.
Il sole è ormai alto nel cielo e dobbiamo attaccare la lunga traversata dell’Hoggar. Non rimarremo delusi!
Procediamo di buon passo su giganteschi altipiani desertici km e km di sabbia e ciottoli e un orizzonte infinito… che anche grazie alla stanchezza quasi ti ipnotizza ma bisogna sempre tenere alta l’attenzione, il deserto non perdona, ed un sasso a 80km/h può rovinare un sogno, e ci chiediamo come facessero i gladiatori delle Dakar di un tempo ad attraversare questi stessi altopiani a 160 km/h… una pura follia.


Arriviamo finalmente ai margini delle salines d’armador dopo una tappa di quasi 350 km. Le nostre moto, incastonate tra 2 tumuli ricoperti di tamerici diventano il posto perfetto per bivaccare.
Giusto il tempo di preparare il campo, raccogliamo un po’ di legna per il fuoco, in attesa dell’arrivo delle jeep assistenza, e approfittiamo degli ultimi raggi di sole e del suo calore prima dell’ennesima notte al freddo della tenda ma la serata sarà riscaldata prima da una buona zuppa calda e dall’immancabile falò.


Al risveglio siamo già arrivati al 14° giorno del WORLD RAID TENERE MEMORY ALGERIA ovvero l’avventura volge alla fine.
Risveglio gelido sul bivacco. È -3° sulle saline di Armadror situate a 1200 m di altitudine nel mezzo del Tassili du Hoggar, partiamo subito senza nemmeno un tazza di the fa troppo freddo e le prime decine di chilometri sono davvero difficili con il freddo. Avanziamo in un’atmosfera di paesaggi fantastici dove il cielo lattiginoso si fonde con la sabbia bianca e le macchie di sale che ricoprono il terreno.
Ci attende una giornata fantastica sotto ogni aspetto perché attraversiamo l’Haagar National Park.
I paesaggi, i colori, come la natura del terreno cambiano ogni 10 km. Si passa dalla sabbia bianca alla roccia nera, poi da un paesaggio vulcanico a quello della savana. Guidiamo su lastre rocciose poi su sabbia soffice come borotalco prima di attraversare un altopiano di ghiaia per continuare su uno slalom di erba di cammello le abbiamo davvero viste tutte.
Per quanto riguarda la guida, il divertimento è assicurato, il terreno sempre è vario, ci sono forti dislivelli e le piste tortuose si susseguono con lunghi tratti mai noiosi. C’è veloce, lento, sabbia, terra, ciottoli. Abbastanza per soddisfare gli amanti dei rally raid più accaniti.


Ma non solo, incontriamo popolazioni di pastori nomadi e attraversiamo villaggi di capanne. In festa al nostro inusuale passaggio, dove fanno da cornice anche mandrie di cammelli, asini o capre che vagano liberi e a cui prestare attenzione.
Le moto procedono bene nel divertimento di tutti, per assurdo i 4×4 di Nicolas e Serge hanno un problema meccanico e devono fermarsi a 100 km dal bivacco, una jeep riparte e raggiunge il bivacco fine tappa mentre i motociclisti e parte dell’assistenza stanno già riposando e bivaccando e riscaldandosi intorno al fuoco, l’altra parte del gruppo attende le prime luci dell’alba per ripartire dopo la riparazione.


La 15° giornata vede l’arrivo dell’ultima jeep alle 7:00 quando la squadra di Mus porta la loro assistenza 4×4 al bivacco. Tutti sono molto stanchi, ma l’importante è che la squadra sia riunita di nuovo prima delle ultime tappe.
Nonostante tutto, i problemi non sono ancora definitivamente risolti e serve ancora assistenza meccanica ma non prima di aver riportato il pezzo difettoso riparato da Tamanrasset da dove era partito la sera prima. L’ennesimo miracolo di Mus la nostra anima guida.
Ormai siamo tutti abituati e va detto che da 15 giorni siamo abituati a stare in azione dall’alba al tramonto… e la stanchezza non si sente perché prevaricata dalla bellezza del viaggio, mancano ancora 270 km. Sarà complicato non arrivare di notte…
I primi 75 km sono costituiti da formidabili piste veloci, per lo più in terra battuta, intervallate da piccoli tratti tecnici in sassi, sabbia o erba di cammello in uno scenario sempre così fantastico. Il Parco Nazionale di Ahagar è davvero sublime ed è un’opportunità straordinaria poterlo attraversare.
Il resto è meno incoraggiante visto spesso accade di affrontare un tratto di 75km della N55 versione “Inch Allah”! Passiamo da un buon asfalto a una vera pista africana mal messa.
Ma non è niente in confronto ai 120 km di N1 che ci aspettano per arrivare a Tamanrasset e metà dei quali li faremo in notturna.


Dopo un tramonto superbo, ci ritroviamo a fare slalom tra camion stracarichi che sfrecciano senza fari, auto che ci sorpassano a 140 km/h e una strada dissestata e qualche chilometro di pista in una nuvola di polvere opaca.
Raggiungiamo finalmente l’obiettivo verso le 20:00. Si conclude con grande gioia ed emozione la nostra traversata da Parigi a Marsiglia, poi da Algeri a Djanet poi Tamanrasset sulle orme delle Dakar di un tempo.
Domani aggiungeremo la ciliegina sulla torta salendo ad Assekrem per un ultimo bivacco.


Ormai manca poco al traguardo finale.
17° giorno del WORLD RAID TENERE MEMORY ALGERIA ovvero la ciliegina sulla torta! di questo World Raid Ténéré Memory Algérie 2023
Tamanrasset era la meta finale del nostro viaggio ma arrivare così lontano senza salire ad Assekrem sarebbe stato un peccato.
Questa domenica mattina, l’assistenza 4×4 risale la strada e saranno 2 giorni e mezzo di una non sempre facile transahariana…
Quanto a noi, partiamo per 80 km accompagnati da una solida scorta di polizia. Va detto che siamo tra i primi biker stranieri a tornare all’Assekrem dopo diversi anni di chiusura. In Algeria non si scherza con la sicurezza.
Nonostante tutto, la scorta è discreta e ci fa godere del viaggio al nostro ritmo.
Il tracciato è bello e facile nonostante alcuni tratti di fesh-fesh e un po’ di roccia nel finale.
I paesaggi sono fantastici e abbiamo anche avuto la possibilità di fare un picnic ai margini della guelta d’Affilal, una vera oasi di vita nel mezzo di un deserto di pietra.
Arriviamo a metà pomeriggio al lodge Assekrem dove alloggeremo stanotte. Va detto che a quota 2600m e con vento forte sarebbe stato difficile bivaccare.
Salire sull’Assekrem significa godere di un paesaggio eccezionale, rivivere un momento della storia salendo al rifugio di padre Charles de Foucauld e ascoltare padre Ventura che ti racconta la sua storia, ma anche assistere a uno dei tramonti più belli del mondo. La ciliegina sulla torta!


Di ritorno al lodge, la squadra di Mus ci ha preparato il tè e nel caminetto arde un fuoco. Stasera c’è couscous di verdure per cena. Una delizia! Poi la sera scivola via lentamente.
Sveglia presto, 6:45 ultimi 80 km verso Tam in questo magnifico paese prima di caricare le moto sul semirimorchio in direzione Algeri dopo 36 ore di viaggio e noi verso l’aeroporto per il primo volo di rientro ad Algeri .
Dobbiamo tornare…
Organizzazione e foto : BRONDY Gérard / QUEREL Jean Louis
Testo Luca Cappellini – Testo e traduzioni Ubaldo Fumanti