Vi raccontiamo l’edizione 2023 del Transitalia Marathon anche noi in sella con Gabriele Feliciani ( Jolly Club in veste di nostro inviato stampa per Fuoristrada d’Epoca Magazine/ Kerosene Team) con la sua Aprilia Tuareg 250.


Quella che si è appena conclusa è l’edizione numero nove di questa manifestazione che nel corso del tempo ha saputo diventare un vero e proprio evento da segnare sul calendario un anno con l’altro.
Chi vi scrive ha partecipato a tutte le edizioni quindi ne ha vissuto la nascita, la crescita e l’evoluzione. Rispetto alle prime edizioni è sicuramente in aumento la presenza di moto d’epoca e vintage, quelle che hanno segnato la storia del fuoristrada e dei grandi raid africani degli anni ottanta.
Passeggiando nel parco chiuso è infatti facile imbattersi nei vari modelli di Honda, dalla XL all’Africa Twin e Dominator, Yamaha XT e Tenerè, Aprilia Tuareg, Cagiva Elefant, Suzuki DR Djebel e Big, fino alle più rare Gilera RC, XRT e i vari modelli ultra trentennali di Bmw GS.


Insomma, un vero paradiso per gli amanti del vintage. Non si può certamente parlare di inversione di tendenza (le moderne sono ovviamente in grande maggioranza) ma è innegabile che qualcosa stia cambiando. Le youngtimer sono in crescita (come del resto le loro quotazioni) e a subirne il fascino sono spesso gli appassionati più giovani.


Ma veniamo alla cronaca di questo viaggio attraverso il centro Italia, i suoi costumi, la sua architettura e la sua storia. Quest’anno i partecipanti sono stati più di quattrocento e, come di consuetudine, sono giunti da ogni angolo d’Europa. I chilometri percorsi sono stati più di 1100 interessando cinque regioni e attraversando in lungo e in largo gli Appennini.




La prima tappa è relativamente breve, circa 200 km transitando nelle province di Rimini, Pesaro Urbino, Arezzo e Perugia. La partenza dal bellissimo Parco Fellini di Rimini è fissata per le 10 di domenica 24 settembre. Trovarsi in mezzo a quell’enorme massa di moto riesce ancora ad emozionarmi.


Così come è emozionante scorgere tra i partenti in attesa del via molti grandi nomi del motociclismo di ieri e di oggi… dai dakariani Roberto Boano, Fabio Fasola e Bruno Birbes al campione iridato Alex Salvini, al viaggiatore Valentin Muller, solo per citarne alcuni.
Il cielo non promette niente di buono, infatti buona parte della tappa verrà effettuata sotto l’acqua. Ma questo non toglie nulla al divertimento, anzi… la pioggia ha senza dubbio reso un po’ più tecnico e insidioso il tracciato. I chilometri scorrono veloci sotto le ruote fino alla sosta ristoro di Mercatello Sul Metauro. Da lì a Città di Castello, località di fine tappa, il tratto poi sarà breve.

La seconda tappa, accompagnata finalmente dal sole, ci porta da Città di Castello a Chianciano Terme attraverso le province di Perugia, Arezzo, Terni e Siena, su una traccia che, a differenza della prima molto boschiva, si sviluppa con prevalenza di strade bianche, specialmente nella parte finale tra Montalcino e la Val d’Orcia. I chilometri sono circa cento in più della prima tappa quindi la sera si inizia ad essere stanchi con alle spalle 300 km.


La terza tappa in 210 km ci porta dalle dolci colline senesi ai boschi del grossetano fino a Follonica sul Mar Tirreno, completando così l’attraversata “coast to coast” dell’Italia.
Attraversata che verrà rifatta interamente nella quarta e ultima giornata in una vera e propria tappa marathon di 430 km con la partenza addirittura prima dell’alba, con il buio.


La traccia finale, oltre che lunghissima, sarà completa sotto tutti i punti di vista. Sia per quanto riguarda i paesaggi che per il percorso che dal mare ci catapulta nella Maremma più selvaggia per poi farci rilassare (si fa per dire) sulle strade bianche del senese, fino a entrare nuovamente nei folti boschi delle vallate del Metauro… per giungere poi ancora sul mare, questa volta l’Adriatico, a Riccione.
Non prima però di un altro golosissimo ristoro a San Savino, frazione del grazioso borgo di Montescudo – Monte Colombo, ormai con l’azzurro della riviera romagnola all’orizzonte.
Nonostante la lunghezza della tappa finale e la conseguente stanchezza, sul lungomare di Riccione si vedono solo visi sorridenti e soddisfatti, pienamente appagati per aver portato a termine questo lungo viaggio.




Anche quest’anno il Transitalia Marathon è stato un evento magistralmente organizzato fin nei minimi dettagli, senza lasciare nulla al caso… e parlando di dettagli non si può non menzionare quelli che lo rendono non solo un viaggio nel territorio ma anche un viaggio enogastronomico attraverso i sapori dell’Italia più nascosta, con particolare attenzione nella ricerca di location suggestive che sanno rendere indimenticabili anche le lunghe serate conviviali.

Va così in archivio questa nona edizione, ma lo staff capitanato dal vulcanico Mirco Urbinati è già al lavoro per l’edizione del decennale, per scrivere un’altra importante pagina dell’avvincente storia del Transitalia Marathon.

Noi abbiamo già fatto il nodo al fazzoletto per l’edizione del decimo anno a cui non possiamo assolutamente mancare.
Testo: Gabriele Feliciani
Foto: Lupo Luca Giardini/Emanuela Folci / Rally Cool
