Edizione zero ecco cosa ci racconta Elisa, la sua esperienza vissuta da organizzatore, tracciatore ed utente finale.

Nel weekend del 6 e 7 Aprile si è svolto il Rally del Garda, evento mototuristico orienteering non competitivo che ci ha fatto percorrere in due giorni circa 300km attorno alle coste sud/est dello stesso lago. Una novità questo Rally che ci ha permesso di navigare in una zona tutta nuova per questa tipologia di evento.
Difatti ormai da anni chi vuole cimentarsi nella navigazione deve obbligatoriamente spostarsi nel centro Italia, dove le tipologie dei percorsi ed un territorio meno denso di popolazione ne favorisce il loro svolgimento.
Grande lavoro è stato fatto dall’ ASD Twin Team 2.0 ed i loro componenti per garantire i transiti e costruire un percorso alla portata di tutti. Già alcuni giorni prima della partenza arriva ad ogni partecipante per mail un briefing dell’evento e tutte le indicazioni relative allo svolgimento del weekend. Il percorso, percorribile non solo con traccia GPS ma anche con roadbook elettronico e roadbook cartaceo. Io decido per quest’ultima soluzione visto che quest’anno parteciperò al Campionato Italiano Motorally e quindi ne approfitto per allenarmi con le note ed, essendo parte dell’organizzazione, mi vedo assegnato il compito di “scopa”, quindi sarò l’ultima a partire e dovrò assicurarmi che nessun partecipante rimanga indietro o fermo nel percorso.
Venerdì pomeriggio l’arrivo nella zona paddock dei partecipanti è tutto marchiato Yamaha, partner ufficiale dell’evento assieme alla concessionaria Tacconi di Bussolengo (VR), che oltre a gonfiabili, banner e bandiere, ha messo a disposizione 8 moto in demo ride ed una bellissima Yamaha Tenere World Raid GYTR in esposizione, replica delle moto usate alla Africa Eco Race da Pol Tarres e Alessandro Botturi.
Le iscrizioni sono all’interno della Locanda Cà del Ponte, location e base dell’evento. Ci viene consegnato un “pacco gara” con una maglietta con i loghi degli sponsor, alcuni prodotti energetici marchiati KeForma, un gadget Yamaha, la tabella portanumero da applicare sulla moto e degli utilissimi consigli per una corretta nutrizione per questa tipologia di eventi.
Intanto passa il pomeriggio di venerdì ed arrivano gran parte dei partecipanti, 280 per l’esattezza, tra i quali alcuni avventurieri che iniziano a preparare la parte campo con le loro tende (un’iniziativa creata per chi ama la parte di viaggio a 360 gradi).
Arriviamo a Sabato mattina. Preparo qualche moka di caffè per i ragazzi nelle tende. Dormendo io stessa nel furgone li avevo come “vicini di casa” e abbiamo creato un paddock di risate e racconti. Alle ore 8:15 un veloce briefing sotto l’arco partenza da parte di Niccolò Pietribiasi e Marcello Salandin e via con partenza a tre piloti al minuto per percorrere circa 170 km di giornata.
Io come detto parto per ultima quindi attorno alle ore 10 a bordo della mia amata KTM 250 a 4 tempi datami da Motorstore di San Marino,moto alla quale dopo ho installato il roadbook. Ahimè però al sesto km il motorino del roadbook non collabora e scoproche avrei girato tutto a mano il roadbook! Pazienza, fa parte del gioco. Ammetto che questi piccoli imprevisti mi fanno sorridere ed ero contenta perché è come nei viaggi… spesso le cose non sono perfette ma sono stupende proprio per questo. I primi chilometri si percorrono lungo strade di campagna immersi in molteplici vigneti in zone collinari conducendo i piloti nella parte sud del lago, nella zona dell’alto mantovano. I percorsi sono semplici e scorrevoli ma la navigazione è impegnativa vista la grande quantità di bivi e stradine da prendere. Difatti mi trovo subito a rincorrere ovunque persone perse per le campagne ed incontro nel primo pezzo anche il pickup dell’assistenza in soccorso ad un partecipante in panne con il proprio mezzo.
Tante note da scorrere, tanto divertimento e così passano i primi 100 chilometri che ci conducono alla pausa ristoro presso un agriturismo a Solferino. Qui ci sediamo a tavola e durante il consumo di una pasta al pomodoro ed un’ ottima grigliata, già ci scambiamo opinioni sull’evento in mezzo a mille racconti di errori e pascolamenti dispersi nelle campagne del mantovano! E’ da Dicembre che tampino Elisa Gallorini per venire all’evento. Qui al ristoro la incontro e la vedo ridere e raccontare della sua avventura tra Tenere e tuffo nel fango. Bravissima pilota, soprannominata da me Guru per sostenermi a provare il Motorally e amica fantastica.
Tempo di un caffè e si riparte, altri 70km circa per ritornare al paddock di partenza. Il percorso è simile all’andata ma troviamo anche un guado che a prima vista non sembra nulla di che, ma che in alcuni casi ha causato qualche problema con rischio di “tuffo”!!
Lungo il ritorno passiamo anche per il centro di Peschiera del Garda ammirando le sue bellissime mura poste direttamente sul lago dove una pausa foto sarebbe d’obbligo…ma sono la scopa e devo star concentrata sul mio compito.
Lungo il percorso recupero alcuni partecipanti ma assieme arriviamo alla fine del giro senza particolari problemi dove veniamo accolti dall’organizzazione e dove possiamo anche goderci una buona birra alla locanda visto che durante tutto l’arco della giornata era vietato l’utilizzo di alcolici per le normative di legge.
Alla sera ci rilassiamo con una bella cena alla locanda assieme a molti partecipanti scambiandoci considerazioni ed aneddoti della giornata appena conclusa.
Domenica mattina ci alziamo e siamo pronti a ripartire per il giro più corto ma che, come da briefing pre partenza fatto da Niccolò, risulta essere più tecnico ed impegnativo nella zona bassa del Monte Baldo.
Io parto più tardi rispetto alla prima giornata perché Fabrizio, il meccanico del Team Ufficiale Yamaha Twins Bike presente alla manifestazione, si è gentilmente offerto di sistemarmi il roadbook (Si era rotto il cavo dell’alimentazione, fortuna non avevo combinato guai io nel montarlo). E’ stato gentilissimo perchè in pochissimo tempo è riuscito a farlo funzionare! Parto a razzo alle 11:00 ma la giornata si presenta da subito più selettiva per difficoltà di percorso ed incontro il pickup di assistenza dopo solo 10km con il primo partecipante in panne. Da qui riparto e dopo una parte di percorso di circa 20 km più tecnica ed impegnativa del sabato, mi trovo in una discesa stretta di sassi in mezzo ad un boschetto dove gli organizzatori sono a fare assistenza ai piloti meno tecnicamente capaci. Qui l’umidità della mattina e complice l’ombra quasi perenne ha reso scivolosissimi 50 mt di discesa. Arriva il mio turno per scendere e vedo l’organizzazione salire! Mica hanno aspettato!!! Hanno preso le moto e li ho inseguiti. Continuo il giro e mi fermo in un bar per una seconda colazione assieme ad altri partecipanti che si stanno riposando dalla giornata sino ad ora più impegnativa. Stanchi ma felici, questa punta di difficoltà in più ci voleva!
Riparto sempre in coda al gruppo e per altre due volte incontro il pickup assistenza che oggi sta facendo veramente avanti ed indietro sul percorso per recuperare alcuni mezzi in panne per problemi meccanici o forature; nessuno che si è fatto male per cadute per fortuna.
Passato circa metà giro arrivo in un sentiero con un ultimo strappo impegnativo prima dell’asfalto dopo essere passata in fianco ad un campo da golf. Metto la terza marcia e faccio lavorare la mia Ktm su una sassaia.
Qui trovo diverse persone in difficoltà ma con calma tutti si districano e riesco ad arrivare anche io all’asfalto dove…trovo un’altra volta il pickup assistenza con la pedana giù pronta per caricare. Ho pensato “ ma vogliono proprio caricarmi!!!”
C’era un amico del campo tenda con la moto con la frizione bruciata.
Da qui riparto assieme con gli ultimi e percorriamo l’altra metà del percorso, più semplice rispetto a quello sino ad ora fatto, ma sempre molto navigato. A 10 km dall’arrivo il partecipante davanti a me sente un rumore strano. Ci fermiamo e troviamo un bel chiodo nella gomma posteriore. Dopo aver cercato di piegarlo con un sasso (ottimo utensile tipo martello), decidiamo che il paddock non è molto distante e lo seguo fino a lì. Sapevo che davanti a me c’era solo Elisa e il nostro futuro debuttante al Motorally Gianluca. Appena arrivata al paddock ho chiesto se erano arrivati. Con risposta negativa stavo per ripartire e vedo arrivare le loro due Tenere con lo sguardo divertito dal percorso. Il lavoro è finito e ci siamo diretti tutti per il pranzo di chiusura presso la locanda.
Due giorni con una grande varietà di percorsi ed un roadbook precisissimo! Il nostro volere era creare qualcosa che fosse adatto a tutti. Non è facile creare un evento che possa far tutti felici e per questo abbiamo optato per un giorno piu’ lungo e molto navigato ma con terreno molto semplice e un giro meno navigato ma con qualche parte piu’ “frizzante”.
Vorrei ringraziare tutti i partecipanti, grazie a loro abbiamo potuto donare quote di ogni partecipazione alle associazioni “vite vere” e ad “A.s.d Saralenzipilota.


























